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Con Giordano Bruno Guerri e il suo “Disobbedisco” a Vibo Capitale italiana del libro
Nell’ambito delle iniziative organizzate per Vibo Capitale del libro, sabato 19 marzo, a Palazzo Gagliardi, in quanto Direttore artistico di Vibo Capitale italiana del libro 2021, ho moderato l’incontro con Giordano Bruno Guerri, per la presentazione del volume “Disobbedisco”, edito da Mondadori. Come Presidente della giuria del Premio Caccuri, Giordano Bruno Guerri era già intervenuto a Vibo Capitale del libro presso il Salone del libro di Torino, cui la città aveva partecipato con la regione Calabria, per promuovere il prestigioso riconoscimento conferito a Maggio del 2021 dal Ministro Franceschini.
Dopo i saluti istituzionali, il sindaco Maria Limardo ha partecipato all’incontro, al quale si è detta molto interessata sia per l’eccezionalità del personaggio che per la qualità di un lavoro – il libro presentato da Guerri – che rimarrà nel tempo come spartiacque in una storia troppe volte travisata o narrata a senso unico.
Nel corso della serata è stato trasmesso anche il contributo inviato da Angelo Piero Cappello, direttore del Cepell, l’importante Centro per il Libro e la Lettura che rappresenta una delle più prestigiose istituzioni di promozione culturale del nostro Paese. L’intervento di Cappello è stato suddiviso in due parti: dopo un saluto a Vibo Capitale del libro, con i complimenti per l’encomiabile mole di lavoro finora svolto, come si può evincere dalle rassegne stampa che i quotidiani hanno dedicato alle serie di eventi promossi dalla città, Cappello ha centrato il suo intervento proprio su Guerri, che si rammarica di non aver potuto incontrare in questa occasione nella quale si discute di un libro che ritiene straordinario, una vera e propria pietra miliare della critica storiografica sull’argomento trattato: l’impresa di D’Annunzio a Fiume.
Cappello ha messo in luce la rilevanza della nuova narrazione che Guerri opera su D’Annunzio e l’impresa di Fiume e ha dichiarato che – sollecitato proprio dalla lettura del volume di Guerri, che offre un ritratto inedito delle donne che parteciparono all’impresa – ha, a sua volta, scritto un libro (che uscirà tra qualche mese) sulle figure femminili trascurate e misconosciute che diedero il loro contributo a un tentativo rivoluzionario che Guerri ha avuto il merito di sottrarre alla vulgata quasi unanimemente accettata sull’argomento, poi passata in tutti i libri di studio delle scuole medie superiori nonché universitari. Il volume di Guerri, per Cappello, ha riscritto questa storia e ha fatto chiarezza su uno degli eventi più significativi del nostro Novecento. La Limardo ha approfittato dell’intervento di Cappello per ribadire l’importanza dell’incontro con Guerri con un gesto molto significativo: ha invitato lo scrittore e storico a tornare, questa volta insieme a Cappelli, grande dannunzista, per organizzare un’altra speciale giornata di cultura. Magari una sera d’estate, ho poi proposto io, quando saranno presenti tanti turisti, a visitare la nostra bella Vibo marina, per raccontare il Sud dal punto di vista di Giordano Bruno Guerri.
Nel corso della serata, Guerri – giornalista, storico e saggista, uno tra i maggiori studiosi del XX secolo in Italia, che si è occupato, in particolare, del ventennio fascista e dei rapporti tra Italia e Chiesa cattolica – dopo aver parlato del suo amore per la Calabria – per la sua bellezza, il buon cibo, il calore e l’autenticità delle persone che ci vivono – ha ricordato la storia del Sud, soggetto a innumerevoli dominazioni, storia che, unita ai fatti seguiti all’Unità d’Italia, ingiusta nei confronti di una terra ricca di enorme cultura e potenzialità, continua ad essere “subita” dai meridionali, che si percepiscono in un modo qualitativamente peggiore rispetto a ciò che sono- come se qualcuno continuasse ad assoggettarli, da un punto di vista psicologico-, e reagiscono a questa sorta di “lascito” denigrando se stessi.
Sollecitato dalle mie domande e da quelle del sindaco Mario Limardo, Guerri ha poi illustrato i contenuti chiave del suo ultimo libro, “Disobbedisco” – edito nel gennaio del 2021 e dedicato ai sedici mesi dell’impresa di Fiume – che illumina un aspetto inedito della personalità di D’Annunzio, che ne è stato l’ispiratore e l’indiscusso protagonista. Lo scopo di Gabriele d’Annunzio e dei suoi legionari non era, secondo Guerri, solo la rivendicazione dell’italianità di Fiume: il Poeta avrebbe desiderato trasformare l’impresa in una rivoluzione generale contro l’ordine costituito, teorizzando un governo altro rispetto a quello dello Stato liberale, socialista o fascista. Per sedici mesi Fiume fu teatro di un movimento in cui il variegato universo di persone che lo componeva era inconsapevole di quanto le azioni portate avanti avrebbero condizionato l’immaginario del Novecento. A distanza di un secolo, è possibile ritrovare la spettacolarizzazione della politica, l’azione della propaganda, la ribellione generazionale, la festa finalizzata a contestare, il ribellismo, la trasgressione e molto altro. Mussolini, che a Fiume tradì d’Annunzio, saccheggiò quell’epopea adottandone la liturgia nella politica di massa.
Con il suo stile peculiare, Guerri ricostruisce quei sedici mesi attraverso migliaia di documenti inediti (custoditi negli Archivi del Vittoriale), intrecciando in un racconto avvincente la “grande storia” e le vicende di coloro che l’hanno vissuta in prima persona. Guerri è, per inciso, dal 2008, Presidente della fondazione – legata alla casa di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera – “Il Vittoriale degli Italiani (e dal 2014 anche Direttore Generale), cui ha ridato uno slancio significativo con nuove creazioni museali e l’acquisizione di opere d’arte contemporanea e di importanti documenti, incentivando in modo considerevole il numero di visitatori.
Presente tutta la squadra di Vibo Capitale del libro, con l’Assessore alla cultura, Daniela Rotino, quello allo Sport e allo spettacolo, Michele Falduto, e poi dirigenti e tecnici. Molte le domande da parte di presenti, cui Guerri ha risposto con la sagacia e la competenza che da sempre lo contraddistinguono nel mondo della cultura e del giornalismo italiano.
E a fine serata, per concludere in bellezza, ho annunciato un altro grande pezzo storia della nostra città. Infatti la dott.ssa Saeli, vedova di Domenico Romano Carratelli, politico ed uomo di cultura vibonese, scomparso nel 2020, ha donato a Guerri, a nome del sindaco e della famiglia Carratelli, la stampa più antica del Castello di Bivona, un manoscritto della fine nel ‘500, acquerellato, che tratta della pianificazione della difesa costiera dalle incursioni piratesche tramite la costruzione di torri. “Sono presenti sulla stampa anche città come Scilla, Tropea, Pizzo – ha dichiarato la Saeli – In una terra vessata dai terremoti questo documento è un’identità. La fotografia di una Calabria bellissima che ancora abbiamo”. Ha concluso il sindaco Limardo che, dopo aver donato a Guerri una rivista del Cepell su Vibo Capitale del libro, ha ribadito la volontà e la richiesta di averlo di nuovo in occasione della presentazione del libro di Cappelli, annunciata dall’Assessore Rotino, precisando che in quell’occasione avrà modo di mostrargli l’intero codice Romano-Carratelli, un manoscritto di valore inestimabile che si compone di 99 acquerelli raffiguranti le città fortificate, i castelli, le costruzioni difensive e il territorio “della Provincia di Calabria Ultra del Regno di Napoli”.