Giovedì scorso, nella splendida cornice del Teatro D’Oglio a Cagliari, ho avuto l’onore di moderare un importante evento dedicato alla Transizione 5.0: sfide e opportunità per il futuro delle imprese”. È stata un’iniziativa che ha visto la partecipazione di numerosi imprenditori, professionisti e rappresentanti istituzionali, tutti riuniti per riflettere sul futuro del mondo produttivo italiano e sulle strategie necessarie per affrontare i cambiamenti economici e tecnologici.
Il tema della “Transizione 5.0” si è imposto come argomento cruciale per il nostro Paese, un percorso che richiede una visione innovativa e una rinnovata collaborazione tra imprese, istituzioni e professionisti. Ho aperto l’evento con un contributo significativo: la proiezione di un’intervista che ho realizzato oltre quindici anni fa a Vinitaly, che ha evidenziato le sfide storiche della comunicazione e del marketing del made in Italy nel mondo. “Il vino italiano è altrettanto buono, se non migliore, rispetto a quello francese, ma dobbiamo imparare a comunicarlo meglio,” questo il focus di quella intervista il cui messaggio rimane, purtroppo, ancora attuale.
Il ruolo delle istituzioni e delle PMI nella transizione 5.0
L’evento è stato arricchito dalla presenza di Piero Comandini, Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna, che ha portato il suo saluto istituzionale e condiviso alcune riflessioni significative sulla necessità di fare rete per superare le difficoltà economiche e infrastrutturali. Comandini ha sottolineato che la Sardegna, così come il resto del Paese, non può più permettersi interventi isolati e a piccolo raggio: è tempo di pensare a opere infrastrutturali importanti, che possano migliorare le condizioni di lavoro delle piccole e medie imprese (PMI) locali, favorendone la competitività.
Il Presidente ha ricordato che la vera forza dell’Italia risiede nelle sue risorse umane e nella capacità di adattarsi e innovare. Tuttavia, ha anche evidenziato come la mancanza di collaborazione tra le imprese sia uno dei principali ostacoli alla crescita del Paese: “Troppo spesso, la nostra grande risorsa viene messa in discussione dalla nostra incapacità di fare rete. La transizione 5.0 deve essere non solo economica, ma anche culturale, e deve portarci verso un futuro più sostenibile e collaborativo,” ha dichiarato Comandini.
Formazione e innovazione: le chiavi della competitività
Durante l’evento, Antonio Ferreri di AF Consulting ha approfondito il concetto di “fare rete”, evidenziando come sia fondamentale per le piccole e medie imprese unirsi per affrontare le sfide della competitività internazionale. Ferreri ha spiegato che la Transizione 5.0 rappresenta un’evoluzione rispetto alla 4.0, poiché punta non solo all’innovazione tecnologica, ma anche a un miglioramento dell’efficienza e della sostenibilità aziendale. “La nostra scommessa è quella di creare una rete solida che possa sostenere gli imprenditori nell’innovazione, nella digitalizzazione e nell’efficientamento energetico,” ha affermato Ferreri, sottolineando l’importanza di formare e supportare le aziende nel loro percorso di crescita.
Anche Stefano Buccellato ha contribuito alla discussione, spiegando come la Transizione 5.0 punti a un’economia sempre più sostenibile e circolare. Buccellato ha evidenziato che, rispetto alla precedente fase 4.0, il nuovo approccio punta non solo a digitalizzare i processi produttivi, ma anche a rendere le aziende più “green”, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza energetica. “Le aziende devono essere pronte a investire nella sostenibilità, poiché questo sarà un elemento chiave per la loro competitività sui mercati internazionali,” ha aggiunto.
Fonarcom: il ruolo della formazione per il futuro delle imprese
Un altro momento significativo dell’evento è stato l’intervento di Maglio Sortino, Presidente di EPR e membro del Consiglio di Amministrazione di Fonarcom, il fondo interprofessionale che sostiene la formazione continua nelle imprese. Sortino ha spiegato come la formazione rappresenti il vero elemento dirompente per il futuro delle aziende italiane. “Fino a qualche anno fa, la formazione era vista come una perdita di tempo. Oggi, invece, è chiaro che è uno degli strumenti principali per aumentare la competitività delle nostre imprese,” ha affermato Sortino.
Gianni Gruttadauria, coordinatore di Fonarcom, ha aggiunto che il fondo sta lavorando per promuovere una cultura della formazione all’interno delle PMI, con particolare attenzione alle micro-imprese, che rappresentano la maggioranza del tessuto produttivo italiano. “Il nostro obiettivo è creare una rete solida che possa sostenere la crescita e lo sviluppo delle aziende dal punto di vista delle competenze, garantendo così un futuro migliore per l’intero sistema produttivo,” ha dichiarato Gruttadauria.
Le sfide della transizione e il futuro del made in Italy
Durante la tavola rotonda conclusiva, che ho moderato personalmente, è emerso chiaramente come la Transizione 5.0 rappresenti una sfida complessa ma allo stesso tempo un’enorme opportunità per il futuro del Made in Italy. Il coinvolgimento delle istituzioni, la collaborazione tra imprese e professionisti, l’investimento nella formazione e nell’innovazione sono tutti elementi imprescindibili per affrontare questo percorso con successo.
“Abbiamo una grande opportunità davanti a noi: innovare per crescere. Dobbiamo essere in grado di fare squadra, di superare l’individualismo e di puntare su una crescita condivisa, sostenibile e inclusiva,” ho concluso, invitando tutti i partecipanti a riflettere sull’importanza della cooperazione e della visione a lungo termine.
L’evento di Cagliari si è rivelato un momento di confronto fondamentale per delineare le strategie future del sistema produttivo italiano, con l’obiettivo di trasformare la Transizione 5.0 in una reale opportunità di crescita per le imprese e per l’intero Paese. La speranza è che queste discussioni possano tradursi in azioni concrete, in grado di rendere l’Italia sempre più competitiva e protagonista sul panorama internazionale.
Guarda il video dell’evento.